Archivio tag: vita

Umami

Umami è il quinto gusto, individuato dalla cultura giapponese. Il quinto gusto è di per se indefinibile, ma è ciò che dona sapore ai piatti, che li rende gustosi. Umami è anche il titolo del romanzo di Laia Jufresa, scrittrice messicana, la quale sembra suggerirci che ciò che rende gustosa la vita è qualcosa di non esattamente decifrabile e dicibile. Continua a leggere

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10 Luglio 2017 · 15:50

Il ruolo delle donne\1: Luisa Muraro e l’utero in affitto

Iniziamo così un percorso che ci porta in luoghi diversi e, speriamo, stimolanti. Ragioniamo sul ruolo delle donne oggi. Lo facciamo grazie ad un libro che parla del rapporto degli adulti con le “creature piccole”.

Citando la casa editrice:

anima-corpoUn’analisi del tema dell'”utero in affitto“, considerato come la forma più attuale di sfruttamento del corpo delle donne. La scrittrice e filosofa Luisa Muraro, reagendo all’enorme pressione sulle “madri surrogate” e alla richiesta di legalizzazione di pratiche che negano il livello etico e la dignità della donna, ripensa il rapporto della donna con il proprio corpo – alla luce di un neoliberismo culturale che ne predica la totale disponibilità – ed esalta l’unicità della relazione madre-creatura che va formandosi. Un testo per capire il dibattito che sta investendo la politica, il diritto, l’etica e la famiglia e per rifllettere su un tema esplosivo, che riguarda tutti.

Guarda video intervista a Luisa Muraro

Guarda il dibattito alla Libreria delle donne

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MISTICA – Racconto di Claudia Ambrosini

Ora che mi dice “mistica”, non so proprio cos’è. La prof. dice parole che spesso non capisco, mi distraggo e mi perdo. Apre tante parentesi, come dice lei. Non sono sicura che le chiuda.

Ci chiede se conosciamo dei mistici. Io non so se ho capito che cos’è un mistico, però mi ha fatto venire in mente un signore che abita nello stesso cortile di mia nonna. Ha un cane che fa sempre la cacca davanti a casa nostra e lui non la raccoglie, lui, il signore, Ivo. Continua a leggere

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Distanza

La tecnologia rifiuta la lontananza. E così, di fatto, cerca di superare il corpo. Dimenticarlo, relegarlo ad un valore ultimo, infimo. Tecnologia come sostituto del corpo.

azzurra-lontananza-hesseLa lontananza è una dimensione necessaria. Se riteniamo valide alcune conclusioni alle quali è giunta la filosofia taoista, dato che tutto ciò che esiste è formato da complementari, l’assenza di uno vanifica la presenza dell’altro, annulla l’equilibrio. Lo squilibrio è malattia, fisica o mentale, generalmente entrambe.

Se vogliamo dar retta a Leopardi, il senso della lontananza emerge grazie ad una eccessiva vicinanza (la siepe de L’infinito ) e con essa la fantasia, la creatività, la capacità di riflettere, che si scatenano anche solo per cercare un modo di superare la distanza. Potremmo anche non trovarlo, questo modo, ma il cammino, e ciò che si scopre sulla via, rimane come tesoro. Dalla dialettica fra vicino e lontano nasce il movimento. Abbiamo presente l’oggetto dei desideri, vogliamo raggiungerlo, questo ci muove, fa escogitare vie nuove, corpo – mente – cuore che lavorano insieme, fa sentire la vita che scorre nelle nostre giornate.  Continua a leggere

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La mia casa sono i libri

L’intervista a Jhumpa Lahiri a Pane quotidiano dell’11 febbraio 2015 (Rai – Pane Quotidiano) affronta molti temi. Innazitutto, come ricorda Concita de Gregorio, conduttrice del programma, è un cervello in fuga verso il nostro paese, per una volta. Venire a vivere in Italia è stata per lei una scelta, quasi una necessità. E a portarcela sono state le parole. La lingua italiana. L’amore per una lingua e per le parole che la formano, in quanto capaci di essere il luogo di un’identità. La lingua è l’elemento fondante dell’appartenenza.

jhumpa lahiri“All’inizio pensavo fosse un capriccio, qualcosa di ammirevole, studiare un’altra lingua. Poi ho capito che c’era un bisogno più emotivo”. Continua a leggere

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Abbiamo bisogno di eroi?

Mantova, Festivaletteratura, 7/9/2014 – con Licia Troisi, Stefano Jossa e Francesco Piccolo

Piccolo Jossa Troisi a mantova - 7/9/2014

Piccolo Jossa Troisi a mantova – 7/9/2014

Nel lessico del giornalismo la parola eroe oggi è una delle più ricorrenti, parola abusata per designare atleti, geni, campioni, etc. Jossa osserva che la letteratura, al contrario del giornalismo, sembra prediligere gli antieroi e chiede perchè a Licia Troisi e Francesco Piccolo. Continua a leggere

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DELL’ENERGIA E DEI SUOI BLOCCHI

ELETTRICA

Elettrica è la spinta
ti da un’emozione al secondo
io sento un mostro chiuso in me
Gabriele è l’uomo che potra salvarci
sempre che non perda troppo tempo
il mondo è superficiale oggi
la gente ha sempre tanto da fare
fumare come macchine a carbone
conto alla rovescia delle ore
oggi è il mio onomastico
è un giorno in cui non si potrà lavorare
ma porterà notizie
a cosa serve tutto questo
mantiene la luce accesa
nella tua testa una luce accesa
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NUTRIRE LA VITA

nutrire la vitaNutrire è un verbo elementare, fondamentale. Descrive l’attività primaria in cui siamo coinvolti ancor prima di nascere. Tuttavia, ci ricorda Jullien, quasi da subito in Occidente questo verbo fondamentale è scisso secondo due sensi, uno proprio, l’altro metaforico, il primo riguardante il nutrimento del corpo, l’altro riguardante il nutrimento dell’anima. La filosofia occidentale non può non leggere questo verbo che attraverso la grande codificazione che oppone il corpo all’anima. Ora, è proprio a tale opposizione che il concetto cinese di “nutrimento vitale” sfugge. Yang sheng, “nutrire la vita” non riguarda né (solo) il corpo né (solo) l’anima. Nutrire la vita significherà, in una prima fondamentale approssimazione, mantenersi in vita, sviluppandola e affinandola. Rispetto all’opposizione anima-corpo, il pensiero cinese pensa l’inseparatezza del processo vitale, che deve essere mantenuto e affinato, decantato.

Come l’antico pensatore Zhuangzi chiarisce, nutrire la vita significa rafforzare in sé la vitalità: “impegnandomi

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TRA PARETI DI TELA

clodiacoverTra pareti di tela, oltre ad essere un verso di una poesia, fa riferimento a molti aspetti.

Il nomadismo e quindi il viaggio, l’esperienza che non ci permette di   essere gli stessi. E poi il viaggio della vita, concepito come continuo cammino in cui tutto muta, contraddistinto da una
precarietà che è la caratteristica principale della vita stessa. Precarietà come condizione di ciò
che è soggetto a venir meno, di cui si comprende la preziosità. Perciò è una precarietà che si teme, ma che ci fa muovere.

Tra pareti di tela fa anche riferimento alla possibilità di una casa che non sia costrittiva, priva di mura di cemento, ma che abbia dei confini attraverso i quali passi almeno l’aria e non ci sia una totale seprarazione tra dentro e fuori.

La tela è inoltre qualcosa che implica una trama, un progetto, una volontà di costruzione e rimanda ad una delle arti squisitamente femminili: la tessitura.

Il libro è composto da due raccolte: Poesie da mangiare e Cose minime.

E’ stato presentato alla Libreria Feltrinelli di Pavia il 17  Novembre 2014.

Altre poesie dell’autrice

http://www.poiein.it/premi_letterari/Turoldo2009/Ambrosini/Ambrosini.htm

http://amicidelleparole.altervista.org/poesie_claudia.html

http://www.edizionicfr.it/libri_2013/36_ambrosini/ambrosini.htm

http://puntodidomanda.altervista.org/aa-vv-retrobottega-i-poeti-di-poiein-2010-edizioni-cfr-2011-pp-152-e-15/

http://www.poiein.it/mailing/00002/Ambrosini.htm

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AVANZO

A te ritorno

per perdermi disciogliere i grumi

di nuova vita

come un impasto mal riuscito

giù, nello sciacquone

 

A te ritorno

come resa

vuoto a perdere nell’indifferenziata

gettata insieme non è seme

di pianta né di fiore

 

A te ritorno liofilizzata

mutato il vento che sentivo

forte nello stomaco

al colmo della forza

tutte le possibilità dischiuse

 

ciò che resta

ora tenta

una nuova

dipartita.


Avanzo 1. ciò che resta di q. c. 2. eccedenza dell’entrata sull’uscita, utili 3. resto (aritm.) 4. risparmio 5. spazio percorso in un giro di elica in direzione del moto della nave 6. progresso.

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