Archivio della categoria: poesia

Una giovinezza enormemente giovane

pasolini

Antonio Calenda pours the intensive acting abilities of Roberto Herlitzka, alone on the stage, into the emaciated body and lucid spirit of Pier Paolo Pasolini. An enormously young youth, written by Gianni Borgna, is a production which crumbles around a foreboding, almost prophetic monologue, on the one hand paying homage to the thoughts of the writer, created through the evocation of his works, and on the other consecrating his prophetic intuition on social and political fronts. One reflects, therefore, on current affairs through the words of a man who was capable of deciphering current affairs with a reckless foresight.

In a metaphysical evocation of the death of Pasolini, explains the director, we imagine that the writer sees himself massacred on the beach in Ostia. It is from this point that the show begins.

 

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Paul Celan

WIKIRADIO del 22/10/2014 – PAUL CELAN raccontato da Camilla Miglio
PAUL CELAN raccontato da Camilla Miglio

 

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CONTENZIONE

Le donne non devono offrirsi

ma contenersi contenere

è così nel sesso e nel piacere

è così nel corpo nei piedi fasciati

nel sedere

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ALLONTANARCI PER LA GIOIA

Annarella.

lasciami qui
lasciami stare
lasciami così
non dire
una parola che
non sia d’amore
per me
per la
mia vita che
è tutto quello che ho
e tutto quello che io ho
e non è ancora
finita…

Testo tra i testi dei CCCP, autore Giovanni Lindo Ferretti, scritta per il padre ma dedicata ad Annarella Giudici, in occasione di un litigio.
Qualunque sia la cronaca inerente al pezzo, colpiscono l’estrema dolcezza malinconica della melodia e il testo stringato. Non poteva essere più lungo se l’intento era sancire una verità assoluta e fondamentale per ogni esistenza: l’amore che mettiamo per la nostra stessa vita ci aiuta a scegliere con chi condividerla.

Questo anelito a vivere è ciò che ci mantiene evolutivi, ciò che ci consente di prescindere dalla felicità per trovare gioia nei giorni, per ritrovare i rapporti con gli altri, al di là delle inevitabili controversie, dei difetti, delle diversità.

VIVERE E’
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NAUFRAGHI E NAUFRAGI

A volte autori e testi si parlano, a distanza di secoli e nonostante il mezzo di espressione sia differente. Così capita a Samuel Taylor Coleridge e Fabrizio De Andre’, trattando, attraverso la metafora del mare, la fragilità dei rapporti umani, il concetto di colpa, le dinamiche di gruppo/ciurma, le debolezze dell’essere umano nelle situazioni di difficoltà e di lotta, quando si trova a scegliere fra se stesso e il bene comune. Tematiche di grande attualità, testi così profondi che sono validi ancora oggi.

THE RYME OF THE ANCIENT MARINER by SAMUEL TAYLOR COLERIDGE

Album Rimini _De Andre'

Album Rimini _De Andre’

leggilo mentre ascolti Parlando del naufragio della London Valour di F. de Andre’

FIRST PART

It is an ancient Mariner,

And he stoppeth one of three.

«By thy long grey beard and glittering eye,

Now wherefore stopp’st thou me?

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BABBOMORTO

Viviamo nell’epoca del babbomorto

figli che vivono del passato

e si aggrappano su spalle che rimangono

ferite: costano troppo i medicamenti.

 

Gli squarci non faranno che infettarsi

per lo spessore degli artigli

nutriti a sorrisi e caviale.

 

Il primo insegnamento

è quello che vale,

un muoioperte che ha un capo solo

e la coda in cancrena:

sarà recisa.

 

Difficile nutrisri del frutto

beccato a torsolo dagli uccelli

in perenne stagione di lotta.

 

Babbomorto: s.m. (pl. babbimòrti) pop. Debito contratto dal figlio che verrà pagato con l’eredità, alla morte del padre.

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BABAU

Io sono venuta per distruggerti

niente più che una sirena alata

temporanea; lo credi

Ma ho davvero il potere di capire

che tu hai bisogno

di fingermi terribile, lo sono?

Sarà come vorrai.

Il mostro dei fanciulli

si annida in me, in noi.

Buia paura bambina

sconfitta soltanto da paesaggi

sotto le palpebre.

 

Babau: 1 fam. Mostro immaginario evocato per spaventare i bambini 2 fig. fam. Persona che incute paura.

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BABBUASSO

Uso un animale per dirti

che sei scemo

e chiamo bestia una persona

atta a sragionare

grezza, impura.

 

Ma un babbuino non ha mai

atteso l’ex fidanzata

nell’androne del suo palazzo

per ore

con l’unico intento

di accoltellarla trenta volte.

 

Babbuasso: agg. e s.m. [f. -a] (non com.) sciocco, babbeo. Alterazione di babbuino.

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TRA PARETI DI TELA

clodiacoverTra pareti di tela, oltre ad essere un verso di una poesia, fa riferimento a molti aspetti.

Il nomadismo e quindi il viaggio, l’esperienza che non ci permette di   essere gli stessi. E poi il viaggio della vita, concepito come continuo cammino in cui tutto muta, contraddistinto da una
precarietà che è la caratteristica principale della vita stessa. Precarietà come condizione di ciò
che è soggetto a venir meno, di cui si comprende la preziosità. Perciò è una precarietà che si teme, ma che ci fa muovere.

Tra pareti di tela fa anche riferimento alla possibilità di una casa che non sia costrittiva, priva di mura di cemento, ma che abbia dei confini attraverso i quali passi almeno l’aria e non ci sia una totale seprarazione tra dentro e fuori.

La tela è inoltre qualcosa che implica una trama, un progetto, una volontà di costruzione e rimanda ad una delle arti squisitamente femminili: la tessitura.

Il libro è composto da due raccolte: Poesie da mangiare e Cose minime.

E’ stato presentato alla Libreria Feltrinelli di Pavia il 17  Novembre 2014.

Altre poesie dell’autrice

http://www.poiein.it/premi_letterari/Turoldo2009/Ambrosini/Ambrosini.htm

http://amicidelleparole.altervista.org/poesie_claudia.html

http://www.edizionicfr.it/libri_2013/36_ambrosini/ambrosini.htm

http://puntodidomanda.altervista.org/aa-vv-retrobottega-i-poeti-di-poiein-2010-edizioni-cfr-2011-pp-152-e-15/

http://www.poiein.it/mailing/00002/Ambrosini.htm

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Giorgio Caproni

Il Fischio

(parla il guardacaccia)

Non credo che questo sia il fischio del bracconiere.
C’è troppa nebbia.
Comunque (qui son le carte)
Finite voi la partita.
Io (potete continuare a bere anche per me)
conosco, né posso esimermi,
quello ch’è il mio preciso dovere.

Qualsiasi richiamo nel bosco oda insolito,
uccello o altro agente che sia,
devo andare a vedere.
Porgetemi per cortesia,
è lì a quel chiodo,
il fucile ed il mio cartucciere.
Intanto (scusate: ci vuole, col freddo che m’aspetta)
Lasciate ch’io mi versi ancora
ultimo- quest’altro bicchiere.

Nel vino, a saper ben vedere, c’è scienza – c’è illuminazione.
Ma voi, senza una ragione al mondo,
voi perché ora ch’io sono pronto,
e il cuore già ho fatto allegro,
ancora voi mi state a guardare a quel modo,
quasi con l’aria di chi sospetta qualcosa,
né si vuol pronunciare?

Vi vedo, o m’inganno, tremare,
agli angoli, la bocca?
Amici, posso anche sbagliare;
ma questo, comunque, vi dico,
e una volta per tutte:
Temere fuori il nemico
È cosa,    prima ancora che vile,
a parer mio troppo sciocca.
Porgetemi anche le cartucce e rimettetevi a bere.
Dovreste almeno sapere
che quando s’è avuto una piuma sul cappello,
e in sorte stivali e gabbana verde,
per non dir altro si perde
il tempo, pensando alla morte.

Piuttosto ( ne parleremo insieme, qui, al mio rientro)
ficcatevi bene in testa quanto ancora vi dico;
che vale temere il nemico fuori,
quand’è già dentro?

Al diavolo perciò la paura,
giacché non serve, Tanto,
in tutti noi non resta –sola-
che la certezza già da tempo in me sorta:
chi fabbrica una fortezza intorno a sé,
s’illude quanto ogni notte chiude,
a doppia mandata la porta.

Lasciatemi perciò uscire.
Questo Io vi volevo dire.
Per quanto siano bui gli alberi,
non corre un rischio più grande di chi resta,
colui che va a rispondere
al  fischio della foresta.

Giorgio Caproni

Congedo del viaggiatore cerimonioso

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